La storia
La storia del Liceo
IERI...
Nella prima metà dei lontani anni Settanta a Villanova di Guidonia venne aperta una sezione staccata del Liceo Scientifico L. Spallanzani di Tivoli. Questa iniziativa si giustificava per il tumultuoso incremento demografico che sull’asse della Tiburtina si stava registrando, da Settecamini in poi, con il proliferare di nuove frazioni e interi quartieri, in conseguenza dell’inizio della “fuga” dalla metropoli da parte di tanti “romani”; fuga destinata poi a continuare nei decenni successivi.
Le aule della sezione staccata erano ubicate nei locali alle spalle della parrocchia di S. Giuseppe Artigiano e le classi istituite inizialmente erano non più di una decina. Esse raccoglievano la popolazione scolastica di un bacino d’utenza in precedenza tradizionalmente convogliato verso Tivoli, ma che in realtà viveva ormai completamente all’interno del sempre più popoloso comune di Guidonia Montecelio. Il nucleo più consistente di quegli studenti era rappresentato dai figli dei militari dell’Aeronautica occupati nell’aeroporto di Guidonia; ma si sono poi aggiunti nel tempo in modo crescente allievi delle più diverse estrazioni sociali, da quelle delle professioni e impiegatizie a quelle imprenditoriali e operaistiche, provenienti da Guidonia stessa e dalle sue numerose frazioni sulla Tiburtina, nonché dai paesi limitrofi. In comune tutti quei ragazzi avevano, come quelli di oggi o forse un po’ di più, la voglia di crescere e di affermarsi culturalmente e professionalmente, ma spesso anche di emanciparsi socialmente.
Anche il primo corpo docente di quella scuola era giovane e straordinariamente motivato. Erano gli anni in cui si stava determinando la grande scolarizzazione di massa che avrebbe enormemente ampliato il numero di coloro che potevano accedere ad una istruzione media e superiore e i giovani laureati che si orientavano per l’insegnamento trovavano immediatamente una collocazione, anche se inizialmente in istituti dell’hinterland. Erano spesso giovani intellettuali che dal “favoloso” Sessantotto avevano ereditato, quando non una militanza attiva, sicuramente una propensione a sentirsi “dispensatori di cultura” senza barriere e pregiudizi sociali.
Furono anni certamente esaltanti nella loro tensione “pionieristica”, ma altrettanto certamente non facili e anzi molto problematici in considerazione anche delle profonde trasformazioni politiche e sociali, non di rado segnate da contraccolpi laceranti, che tutta la società italiana si trovò a vivere.
Nell' ’anno scolastico 1977-78 quella scuola che era nata come sezione staccata del Liceo Spallanzani di Tivoli aveva ormai raggiunto i numeri necessari per “emanciparsi” e raggiungere la piena autonomia didattica ed amministrativa: un proprio preside, il prof. Di Rocco, una propria segreteria, con a capo il rag. Proietti e con l'’infaticabile ed indimenticabile sig.ra Luciana che per lunghi anni avrebbero continuato a svolgervi la propria attività, un proprio Collegio dei Docenti e Consiglio di Istituto.
Tra i primi problemi che proprio questi due Organi Collegiali si trovarono ad affrontare e risolvere ci fu quello del nome da dare al nuovo Liceo. Tre, fra le tante possibili opzioni, le proposte emergenti: Teresa Gullace, eroina locale della Resistenza, don Lorenzo Milani, il sacerdote insegnante e pedagogista, Ettore Majorana, il promettente fisico improvvisamente e misteriosamente scomparso in circostanze mai più chiarite. Si imposero ben presto le due ultime ipotesi, certamente per la maggiore notorietà dei personaggi oltre che per il loro indiscutibile, seppur diverso, fascino intellettuale e morale. Prevalse infine, anche se di misura, la volontà di intitolare il nostro Istituto, un Liceo Scientifico, allo scienziato Majorana per la profondità del suo ingegno e l’alto valore speculativo dei suoi studi, nonché per l’impegno etico a lui attribuito nelle difficili scelte legate alle sperimentazioni nucleari e ai loro possibili impieghi.
Gli anni immediatamente successivi furono segnati dalla presenza operosa e dalla incisiva personalità del preside Comparelli: si può dire, senza ombra di dubbio, che fu lui a dare al nostro Liceo un’' impronta forte, caratterizzata insieme da serietà ed apertura a modalità didattiche nuove e dinamiche (tra cui le indimenticabili Giornate di Studio, quando per due o tre giorni si sospendeva la tradizionale attività scolastica e ci si dedicava tutti insieme alla ricerca e all’approfondimento su tematiche rilevanti di impatto socioculturale, con la partecipazione di personalità del mondo dell’università, del giornalismo e della politica). Si deve soprattutto a lui se il Liceo in quegli anni è andato via via crescendo, fino al punto di vedersi riconoscere il diritto ad avere un vero edificio scolastico tutto suo e non più aule adattate e ormai del tutto insufficienti sia per gli studenti sia per attrezzature adeguate a studi superiori.
Nel settembre del 1983 venivano finalmente inaugurati i locali di via Roma, al Bivio di Guidonia, quelli in cui tuttora il Liceo risiede; quelli che si presentavano ampi e spaziosi per le esigenze della popolazione scolastica di allora, ma che in seguito, sempre a causa dell'’incremento di studenti, sarebbero stati poi ampliati per ben due volte in tempi diversi.
Ultima revisione il 03-05-2023